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Espositivo C109/13 (Palazzo Citterio)

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DELLA LOMBARDIA
Restauro, Conservazione e rifunzionalizzazione del
Complesso di Palazzo Citterio in Milano

FINALITÀ DELL’INTERVENTO

Il tema del progetto ha previsto, oltre il consueto approccio in termini di restauro, la conservazione materiale e la valorizzazione del bene culturale, costituito dalla parte storica del Palazzo, dalle parti modificate dopo gli ani ‘70, gli inserti ipogei del progetto Stirling, il cortile e il giardino retrostante, e di sviluppare quindi le condizioni per il pieno reinserimento del complesso monumentale nella vita della realtà territoriale del quartiere di Brera, e più in generale, della città di Milano, dopo una lunga aspettativa. Contemporaneamente sono stati affrontati i non ineludibili problemi derivanti dalle adiacenti costruzioni residenziali, le cui esigenze di contenimento delle eventuali emissioni sonore derivanti dai flussi antropici o dalle installazioni multimediali, sono state attentamente valutate e hanno portato a precise scelte e modifiche nel corso della progettazione, specialmente per quanto attiene alla ubicazione dei volumi tecnici e alle finiture delle porzioni in elevato. Considerata inoltre la destinazione museale del Palazzo e la sua vocazione, per le particolari qualità architettoniche spaziali degli ambienti novecenteschi ad ospitare mostre temporanee di arte anche contemporanea, particolare attenzione è stata volta ai percorsi, alla differenziazione dei flussi di personale interno ed esterno, alle aree di carico e scarico delle opere d’arte anche di grandi dimensioni, alla separazione degli ingressi (parte su via Brera, parte da via fratelli Gabba).
Il complesso di Palazzo Citterio, una volta recuperato, costituirà un’attrattiva culturale di portata e interesse internazionali assieme alla storica Pinacoteca di Brera, di cui costituirà un ampliamento divenuto ineludibile a partire dagli anni Settanta, specialmente per quanto riguarda gli spazi espositivi dedicati all’arte moderna, fino a quegli anni conservata nei depositi. L’intenzione di aggiungere alle collezioni di arte antica anche opere recenti del XX secolo, capaci di dialogare facilmente con il pubblico risale ai tempi di Aldo Pacchioni, Soprintendente durante gli anni della seconda Guerra mondiale, quando la Pinacoteca aveva ospitato opere di arte contemporanea.

INQUADRAMENTO METODOLOGICO
La proposta progettuale è improntata, invertendo nettamente i criteri dei precedenti interventi, verso una direzione “conservativa” (Carta di Venezia, 1964, art.9), contemplando tuttavia l’esigenza di una sorta di “conservazione integrata” (Dichiarazione di Amsterdam, 1975, a conclusione dell’anno europeo del patrimonio architettonico), identificando una destinazione d’uso, o più destinazioni, compatibili con il bene e capaci di valorizzare il complesso dopo anni di mancato utilizzo. Continuando quindi con l’ipotesi di riuso per la quale il bene è stato acquisito dallo Stato, ma nel contempo cercando di allinearsi su un giusto rapporto fra conservazione e utilizzo, sottolineando un più attento richiamo ai fondamentali principi-guida del restauro: compatibilità e reversibilità, la prima intesa in senso fisico-chimico (materiali introdotti dal restauro nel bene) e reversibilità rispetto ai criteri di tutela di eventuali aggiunte e integrazioni rispetto al manufatto, senza indulgere a imitazioni o ricalchi stilistici; altro criterio è il minimo intervento e la distinguibilità (opportune integrazioni dell’apparato decorativo delle sale al primo piano permetteranno di pervenire all’unità di “opera d’arte totale”, ma senza ripristinare pedissequamente gli stucchi e le decorazioni parietali). La finalità dell’intervento è di salvaguardare totalmente la complessa vicenda costruttiva del palazzo e dei suoi annessi, lasciando leggibile l’intera stratificazione storica, con una analoga attenzione sia alle parti più propriamente “antiche” del Palazzo, sia a tutte le trasformazioni, anche novecentesche, rispettando gli adattamenti funzionali e gli aggiornamenti decorativi. Si cercherà di preservare la leggibilità dei soffitti cassettonati dell’intervento Sianesi–Ortelli evitando sia consolidamenti strutturali che ne possano modificare la conformazione spaziale, sia occultamenti anche parziali con pannelli fonoassorbenti per attutirne eventuali emissioni sonore, pannelli che eventualmente saranno confinati sulle pareti verticali.
Considerata la destinazione d’uso del Palazzo Citterio inoltre, nel progetto definitivo, si è fatto riferimento a quanto contenuto nel Decreto Ministeriale 10 maggio 2001, “Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo musei” (art. 150, comma 6, D.L. n. 112/1998).

CRITERI TEORICO-METODOLOGICI ALL’ORIGINE DELLA SCELTA PROGETTUALE PROPOSTA
Il criterio di fondo che caratterizza il progetto preliminare, cioè il mantenimento del carattere assunto nel tempo dal monumento, del suo essere documento di epoche diverse, palinsesto di interventi realizzati nel tempo ed in buona parte incompiuti, è concettualmente pienamente accolto. In particolare l’idea che il riuso non debba cancellare la storia dell’edificio è spinta fino alla conservazione anche di elementi incompiuti, che sono testimonianza di intenzioni, non determinano la presenza di un “organismo architettonico” o, secondo una espressione riferibile a criteri di giudizio che provengono da considerazioni critiche inapplicabili all’architettura, non unitario. La complessità e, in certi casi, il carattere frammentario dell’edificio trovano ricomposizione nell’unitarietà delle funzioni che, in questo caso, mutano dall’originaria destinazione residenziale a quella espositiva e di attività culturali integrate in un grande insieme: la percezione di quanto verrà esposto, cioè una successione di opere di epoche diverse e concepite con un diverso sentimento del modo, si accompagna alla percezione - la cui comprensione deve essere favorita - di una serie di ambienti che comunicano una storia, meglio, alcuni frammenti di storia dell’edificio, del suo uso, delle relazioni con lo spazio esterno, con la città.

INQUADRAMENTO STORICO
Palazzo Citterio oggi appare come un palinsesto, una "pagina manoscritta sottoposta a cancellature e riscritture". Il risultato è un documento caratterizzato da una frammentarietà disadorna e da una frenetica imperfezione; due peculiarità non facili da accettare.
Si tratta di un documento artisticamente non semplice da comprendere, la cui lettura è certamente affaticata dalle molte calligrafie compresenti e tuttavia riconoscibili, dall'incompletezza delle singole frasi rimaste monche e tuttavia fertili di possibili interpretazioni. Per chi riconosce in questa complessità l'opportunità di inesauribili percorsi di decodificazione ma anche l'evidenza materiale dell'accaduto, si tratta di un valore fondamentale.

IMPRESE E PROGETTISTI

Nell'ambito dell'affidamento in appalto integrato per la progettazione definitiva ed esecutiva ed esecuzione dei lavori, Ia Costituenda Associazione Temporanea di Imprese composta da:

- IMPRESA DOTT. CARLO AGNESE SPA (Capogruppo)

- PANZERI SPA

- ING. PAVESI & C. SPA

- FERRIANI STUDIO DI RESTAURO di Barbara Ferriani & C. SAS

- RAVA E C. SRL

ha nominato il costituendo RTP

- STUDIO MONTANARI & PARTNERS SRL

- SM INGEGNERIA SRL

- BETA PROGETTI SRL

RESPONSABILI DEL PROGETTO DEFINITIVO

arch. Gabriele Nizzi

Progettazione Opere architettoniche e civili, Coordinatore per la sicurezza, Project Manager

prof. arch. Amedeo Bellini

Indagini storiche

arch. Marcello Sita

Progetto di Restauro

ing. Claudio Modena

Progettazione Opere Strutturali

ing. Luigi Berti

Progettazione Opere Impiantiche

arch. Antonio Montanari

Responsabile dell’Integrazione delle attività specialistiche

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