Sanitario C058/11 (CBRB - Carini-PA)
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CENTRO PER LE BIOTECNOLOGIE E PER LA RICERCA BIOMEDICA
Fondazione Ri.MED - Comune di Carini (PA)
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IL PROGETTO URBANO ED IL TERRITORIO DI CARINI
La Città e la Piana di Carini
Carini sorge su una collina a circa 170 metri sul livello del mare, circondata dai monti Pecoraro, Montagna Longa, Cerasia, Saraceno, Tre Pizzi e Colubrino. Il nome deriva dall'antica città di Hykkara, citata da Tucidide ne "Le guerre del Peloponneso", distrutta dal generale ateniese Nicia che ne fece schiavi gli abitanti. Fu sede vescovile, come testimoniano alcune lettere di Papa Gregorio Magno indirizzate ai suoi vescovi. Durante la dominazione araba della Sicilia, Iccara cambiò nome in Qarinis. La città è sita in posizione baricentrica in un territorio caratterizzato da diverse emergenze urbanistiche come i paesi di Villagrazia di Carini, Cinisi e Capaci, località che ad oggi risultano essere residenziali per molti abitanti della vicina città di Palermo. Tali emergenze urbanistiche, insieme con le emergenze ambientali disegnano la Piana di Carini, che scivola con una lieve pendenza dai piedi dei monti fino al mare.
La città di Carini possiede numerosi elementi di valore che sono da ritenersi interessanti dal punto di vista storico/monumentale come il Castello, la Chiesa di San Vincenzo, la Piazza del Duomo con la splendida fontana all'interno, la Chiesa di San Vito, la Chiesa Madre e l'Oratorio della Compagnia del Santissimo Sacramento con gli stucchi di Giacomo Serpotta.
Emergenze infrastrutturali
Sotto l’aspetto infrastrutturale la città di Carini si trova in posizione baricentrica rispetto all'aeroporto "Falcone-Borsellino" ed alla città di Palermo, dai quali dista circa 15 km, ed è raggiungibile grazie alla strada statale 113, una bretella che collega tutti i paesi della Provincia di Palermo che si affacciano sul mare. Un’altra importante bretella è rappresentata dalla linea ferroviaria che si snoda ai piedi dei monti e collega mediante un sistema di metropolitana leggera l’aeroporto fino alla città di Palermo. A riguardo ricordiamo la stazione della metropolitana alla fermata di Piraineto che si trova nei pressi della Via Berlinguer, questa rappresenta un importantissimo elemento infrastrutturale per il CBRB, infatti si prevede un collegamento pedonale diretto tra il lotto e la stazione, che al giorno d’oggi non è affatto valorizzata, mediante la posa in opera di idea pavimentazione, che dovrà amalgamarsi al territorio, così come per la pavimentazione esterna della piazza all’interno del lotto .
Non bisogna trascurare la valenza economica che ricopre la zona industriale di Carini, un’area sorta all’uscita dell’autostrada Palermo - Mazara del Vallo in un sito strategicamente di valore per poter controbilanciare i movimenti economici che negli anni 70 caratterizzavano un’altra area industriale della Città di Palermo, Termini Imerese.
Un altro importante fattore strategico della zona riguarda i porti, infatti questa si trova a metà tra due importantissimi porti turistico/commerciali della Sicilia, Trapani e Palermo.
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L’area bersaglio
In questo contesto di grande rilevanza naturalistica, storica ed architettonica, si inserisce il Centro del CBRB in un’area ai piedi delle suddette montagne che ne cingono la testa e diventano una suggestiva scenografia naturale.
Le strade che incorniciano il lotto sono: a nord, la ferrovia, a sud la via Berlinguer, che diventa la linea di collegamento tra Il paese di Carini, l’area stessa e Villagrazia di Carini, ad est ritroviamo la Via Ponticello che, essendo la via più diretta per il raggiungimento del sito è diventata la strada principale di ingresso al lotto, questa è stata valorizzata anche grazie al fatto che si collega direttamente ad una strada interessata dall’intervento denominato “strada regionale n° 3”, inserito nel piano triennale delle opere pubbliche della Provincia di Palermo 2008/2010, che prevede la realizzazione di una fascia bitumata larga circa m 6 con banchine laterali, ed infine ad ovest ritroviamo una strada sterrata, probabilmente una vecchia “trazzera” che serviva anticamente ai contadini della zona per attraversare i campi.
Il territorio è caratterizzato da una lieve pendenza che va da quota 64 m a quota 41 m sopra il livello del mare, fino ad intercettare la linea ferroviaria che diventa una barriera che impedisce di fruire naturalmente della vista del mare; la pendenza del territorio permette di utilizzare livelli ed aperture per poter godere delle viste del paesaggio. Infatti se da una parte le montagne sono la scenografia ideale per poter rapportare un’architettura al paesaggio, dall’altra si ritrova la vista della piana di Carini che giunge fino al mare.
Le costruzioni della zona non sono mai compatte, si tratta si case unifamiliari isolate, o raggruppate in piccolissimi contesti, questa caratteristica ha reso il territorio sempre meno caotico ed urbanizzato, a parte le emergenze cittadine, dando grande risalto e valore al verde della zona.
L’intero lotto che ha una superficie di mq 166.000 circa, è caratterizzato da un’area rurale in cui sono presenti alberi di ulivo: questi sono diventati il valore aggiunto dell’intero progetto del Centro, definendo le zone del parco, ed incorniciando le varie emergenze architettoniche del progetto stesso.
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I fattori sociali
Tra le caratteristiche primarie dell’intero territorio se ne riscontra una in particolare, l’aspetto sociale delle architetture: questo rimanda sicuramente ai retaggi storici che le varie dominazioni hanno lasciato in Sicilia durante il corso dei secoli. Dall’agorà greca, alla corte araba, si è sempre cercato un elemento di coesione tra le persone che potesse diventare un simbolo cittadino: da questo concetto, guardando alla fisionomia della piazza di Carini e delle case del territorio della Piana, si è giunti alla conclusione che la principale caratteristica da assegnare al progetto del CBRB dovesse essere l’elemento sociale, per fare in modo che questo diventi un simbolo che rappresenti le caratteristiche dell’intero territorio.
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IL PROGETTO ARCHITETTONICO: QUALITA’, INNOVAZIONE E ORIGINALITA’
La soluzione proposta prevede l’ubicazione in posizione baricentrica dell’edificio principale il CBRB, strutturato mediante un impianto ad “L”, e il posizionamento strategico delle altre funzioni richieste dal DPP in base all’esposizione solare e alla pendenza del terreno, che verrà ricamato da percorsi pedonali e carrabili mettendo in risalto la logistica e le funzioni primarie.
E’ stata privilegiata la posizione baricentrica dell’edificio rispetto al parco per evitare un’eccessiva distanza tra quest’ultimo e le aree del terreno più lontane, e per instaurare relazioni con tutte le parti del campus e con le nuove costruzioni che potrebbero essere realizzate in futuro. L’edificio così costituito si trova ad una quota che permette la vista del mare, oltrepassando la barriera visiva del ponte ferroviario. Un altro valore aggiunto della posizione baricentrica dell’edificio rispetto al parco è rappresentato dalla prospettiva che si compone entrando nel campus dal percorso pedonale: l’edificio si presenta di scorcio con una scenografia naturale di gran livello, le montagne.
A chiusura di una delle due stecche dell’edificio ci sono le strutture delle suite, direttamente connesse al centro mediante percorsi pedonali; a nord nella parte più bassa del sito è stato ubicato il centro attrezzature sportive, volutamente posizionato nel luogo più lontano; la stecca dei parcheggi a raso caratterizzata dalla presenza di tettoie fotovoltaiche orientate a sud, separa in modo virtuale la zona attrezzature sportive dall’area che ospiterà il previsto ospedale, questi saranno collegati con percorsi pedonali e carrabili che permetteranno i contatti logistici tra le due strutture.
Il polo tecnologico, ubicato a sud, nella parte più alta del lotto, quella verso i monti, chiude virtualmente il complesso.
Le aree libere tra i diversi edifici del complesso, sono caratterizzate dalla forte presenza di alberi di ulivo che vengono salvaguardati e valorizzati, in modo tale da diventare un valore aggiunto sia dal punto di vista naturalistico che dal punto di vista formale.
Non bisogna sottovalutare il fatto che l’edificio posto in posizione baricentrica rispetto al parco, resta sempre ad una adeguata distanza da uno dei vincoli presenti nella zona, la centrale elettrica.
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UBICAZIONE DEGLI SPAZI-ATTIVITÀ E DEGLI IMPIANTI TECNOLOGICI
Gli spazi-attività sono ubicati nell’edificio come segue:
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piano terra: ricevimento e controllo accessi spazi di attesa e di informazione, supervisione tecnica, attività comuni (sale riunioni, sale conferenza, auditorium amministrazione, mensa/caffetteriainfermeria, ecc.)
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piani superiori (laboratori di ricerca e uffici)
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copertura (volumi tecnici)
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polo tecnologico: centrale termica, gruppo elettrogeno, centrale antincendio collocati in un corpo esterno all’edificio e in posizione facilmente accessibile.
Le aree ai piani sono accessibili mediante un numero adeguato di scale, ascensori e montacarichi di portata sufficiente perché la movimentazione delle persone e dei materiali possa avvenire nel modo più rapido ed efficiente possibile.
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ACCESSIBILITÀ E CIRCOLAZIONE
L’ingresso principale al Campus è stato progettato sulla via Ponticelli, direttamente collegata alla SS 113, che rappresenta il modo più semplice e veloce di raggiungere l’area bersaglio dall’autostrada. Se in futuro, attraverso una complessa fase di espropriazione dei terreni privati, la larghezza della via Berlinguer venisse aumentata, l’accesso su via Ponticelli continuerebbe a essere facilmente raggiungibile da qualsiasi direzione.
Gli accessi per le forniture e per la manutenzione degli impianti sono indipendenti e disposti sulla via Berlinguer, in questo modo si separa la circolazione del pubblico da quella di servizio e manutenzione.
La circolazione all’interno del parco è stata strutturata in base alle diverse aree di pertinenza, per poter razionalizzare i movimenti e non creare intersezioni ostative la dinamica dei flussi. I percorsi esterni si suddividono in: percorsi pedonali, percorsi ciclabili e percorsi carrabili.
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LA COMPOSIZIONE DEGLI SPAZI E DEI VOLUMI
L’edificio principale che si apre verso nord, per poter fruire della vista del mare, è caratterizzato da tre elevazioni fuori terra che si inseriscono a pieno titolo all’interno del contesto urbano previsto, più una quarta elevazione rappresentata dal piano tecnologico, in posizione arretrata rispetto al filo di facciata, e un piano interrato per i parcheggi.
Seguendo con particolare attenzione le richieste dettate dal DPP si è scelto di organizzare i programmi di ricerca del CBRB (imaging molecolare e cellulare, biologia computazionale, sviluppo di vaccini, ricerca nuovi farmaci, ingegneria dei tessuti e medicina rigenerativa, ingegneria biomedica e dispositivi biomedicali, biologia strutturale e neuroscienze) distribuendoli tra il piano primo e il piano secondo dell’edificio, lasciando al piano terreno la zona dei laboratori partner e l’Incubatore di Impresa, che ricordiamo essere di fondamentale importanza per tutti i programmi di ricerca del centro in quanto “strutturati per accogliere attività di ricerca afferenti ad istituzioni di rilievo nazionale, attuali o future partner della Fondazione”, e le parti comuni come l’amministrazione, l’auditorium, la mensa/caffetteria, gli spogliatoi, i depositi e i locali di servizio all’intera struttura.
I laboratori e gli uffici sono stati distribuiti tra il primo ed il secondo piano per poter avere una diretta connessione visiva col territorio, nonostante venga garantita la prossimità diretta che viene richiesta dal DPP, tra i vari reparti di laboratorio.
Auditorium, caffetteria, amministrazione, partner e impresa sono stati posti al piano terra dell’edificio per poter essere in relazione diretta con la corte e per avere accessi separati nonostante la diretta connessione con gli altri laboratori.
I magazzini al piano terra sono accessibili dall’aria di carico e scarico, e integrati al corpo principale del Centro.
Lo stabilimento di allevamento e utilizzatore (vivarium) che, essendo una struttura di altissima rilevanza e dovendo essere accuratamente controllato in funzione della sicurezza, sia verso gli animali che ospita, che nei confronti dei ricercatori, è stata collocata esternamente all’intera struttura, seppur collegata, e in posizione seminterrata.
Le residenze sono costituite da tre padiglioni isolati e disposti in modo da formare dei piccoli cortili pubblici che favoriscono le relazioni sociali tra gli utenti; insieme all´asilo e alle attrezzature sportive, collocati poco piú a valle, funzionano come un piccolo borgo in un contesto naturale.
A valle del lotto è stata individuata l’area in cui successivamente potrà essere inserita la struttura dell’ospedale. Si è ipotizzato Un edificio caratterizzato da padiglioni paralleli per una struttura ospedaliera di circa 300 posti letto che, sulla base delle precedenti esperienze, è stimato dela dimensione di 40.000 mq.
La posizione sarà sfalsata rispetto al CBRB per lasciare libera la visuale e mantenere costantemente attivo il rapporto col paesaggio.
Il riferimento è a un edificio immerso nel verde, in modo tale che le degenze possano godere delle viste panoramiche del territorio e del verde del parco.
La degenza è stata ipotizzata sulla base di un corpo quintuplo, per sfruttare al massimo gli spazi, diminuire al minimo l’ingombro degli edifici e ottimizzare il lavoro del personale.
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L’ORGANIZZAZIONE DELL’EDIFICIO
L’edificio è organizzato linearmente con diversi corridoi paralleli al servizio di laboratori e uffici e degli spazi interni di supporto. Il sistema distributivo a corridoi paralleli con differenziazione delle aree “interne” e quelle “esterne” è oggi ritenuto il più adatto a conseguire l’obiettivo della flessibilità, per l’aggregazione di laboratori di varia tipologia, l’inserimento di studi, uffici, salette riunioni, ecc. e di locali interni per alloggiamento di apparecchiature rumorose e di uso saltuario (centrifughe, congelatori, celle termostatate, camere oscure, depositi, servizi igienici, spogliatoi, ecc.).
Con questa soluzione gli ambienti con affaccio verso l’esterno sono dedicati alle attività continuative dei ricercatori. Lungo i lati dei corridoi vengono ricavate apposite nicchie per alloggiare attrezzature e servizi.
Questa soluzione distributiva, anche se ritenuta ottimale, prevede una maggiore incidenza degli spazi comuni rispetto agli spazi/attività. Tale “effetto collaterale” viene risolto sfruttando i corridoi interni per l’alloggiamento di attrezzature tecniche di supporto alla ricerca e per funzioni di servizio all’attività di laboratorio.
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SCHEMA DISTRIBUTIVO PLANIMETRICO
Lo schema che da forma al corpo principale dei laboratori e forma di L, pur facendo riferimento a quelli suggeriti dal DPP, apporta alcune sostanziali modifiche al fine di ottenere miglioramenti sotto l’aspetto dell’illuminamento e della ventilazione naturale, per rafforzare le logiche di interrelazione sinergiche tra i programmi di ricerca, per ottimizzare le dinamiche di flusso dei ricercatori tra i vari laboratori (attraverso gli spazi per apparecchiature in linea), per assecondare le esigenze di flessibilità e di adattamento delle aree di lavoro.
L’impianto a “L” disegnato con collegamenti sia verticali che orizzontali ha permesso una totale malleabilità del sistema, garantendo una costante correlazione delle aree, ove questa fosse richiesta; si ricorda il laboratorio di biologia computazionale, che viene suddiviso, così come richiesto dal DPP, su due piani dell’edificio al fine di garantire il supporto e promuovere la collaborazione tra i diversi gruppi di ricerca.
Il corpo principale dei laboratori e forma di L è suddiviso in fasce, che ne disegnano planimetricamente la fisionomia: la prima fascia è quella dei laboratori con gli spazi di supporto, la seconda è quella dei connettivi verticali e degli open-space, poi dalla “lama” dei pozzi di aria e luce e infine la fascia degli uffici dei ricercatori principali con le “terrazze” di relazione.
I collegamenti orizzontali all’interno dei tre piani dell’edificio si compongono di due percorsi tecnici che attraversano i laboratori senza soluzione di continuità e un percorso “pubblico” che, snodandosi nella fascia più esterna verso la “corte”, accoglie gli uffici. Quest’ultima fascia si compone di locali funzionali allo svolgimento delle attività interne ai programmi di ricerca: gli uffici dei ricercatori principali con possibilità di fruizione di sale riunione e punti di affaccio e di relazione. Locali di servizio completano il tutto caratterizzato da un ritmo combinato di pieni e vuoti, configurati per portare luce naturale nelle aree più interne e per fare in modo che gli utenti del centro possano godere della meravigliosa vista del mare.
A completare il panorama fin qui esposto insisteranno diversi spazi che sono andati evolvendosi con il progetto stesso, come le aree a chiusura delle due stecche nei piani primo e secondo dell’edificio: si tratta della chiusura dei corridoi tecnici e del corridoio pubblico, questo non poteva che implicare l’inserimento di aree relax corredate da servizi e l’inserimento di alcuni ambienti necessari al corretto svolgimento delle attività di laboratorio ai piani, come il locale raccolta temporanea contenitori speciali, il locale stoccaggio temporaneo rifiuti differenziati, il locale stoccaggio temporaneo rifiuti infetti, il locale deposito pulizie indumenti e il locale deposito pulizie al piano; questi ambienti sono stati inseriti in previsione di un supporto logistico ai piani.
La natura degli ambienti ubicati al piano terra e le funzioni ad essi assegnate, ha comportato una netta separazione tra le zone da destinare ad attività puramente tecniche e attività di supporto alle aree di ricerca, che sono state ubicate all’interno della struttura d “L”, e le zone destinate ad attività integrative e di rappresentanza, come la caffetteria-mensa e l’auditorium, che sono state ubicate a chiusura di una stecca , all’interno della cosiddetta “corte interna”. Per quanto riguarda le forme assegnate a queste importanti aree si è scelto di integrarle maggiormente con il contesto ambientale circostante, accostandole alla natura stessa. Le facciate sono caratterizzate da una sfaccettatura ben definita da lastre di vetro e lastre piene che, se da una parte servono ad illuminare con luce naturale tutti gli ambienti, dall’altra ricordano senza possibilità di errore le facce frastagliate delle montagne che circondano la piana di Carini.
Il piano terra dell´edificio corrisponde alla quota 51.2 m del terreno, quota in cui tutti i corpi sono in relazione con la corte interna , per accentuare questo aspetto si è deciso si costruire la maggior parte delle chiusure verticali in vetro, così da individuare le connessioni tramite i filtri di vetro. Il piano terra è arretrato rispetto alla facciata dei piani superiori e forma un portico di ingresso profondo e riparato.
Grazie all´inclinazione naturale del terreno i locali dei magazzini e del vivarium sono interrati e pertanto invisibili dall´esterno.
Il primo e il secondo piano, in cui sono alloggiati i laboratori e gli uffici, ricevono luce da grandi vetrate continue disposte sul perimetro del volume a L e da lunghi patii interni che portano illuminazione e ventilazione naturale nelle zone più interne. Le grandi superfici di vetro sono protette da una pelle continua in maglia metallica che filtra i raggi solari.
La linea di sezione dell’edificio si altera in corrispondenza dell´auditorium, della caffetteria e del corpo degli uffici amministrativi diventando più libera e irregolare proprio per comunicare la loro funzione singolare.
I parcheggi occupano il piano sotterraneo la cui ventilazione é garantita da una fessura continua a pavimento, che corre lungo il perimetro esterno dell´edificio, e da alcuni pati alberati ottenuti forando il pavimento della corte interna.
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CONCORSO DI PROGETTAZIONE
La partecipazione è avvenuta in RTP:
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- STEAM SRL (capogruppo)
Integrazione e coordinamento tra le diverse discipline, PM
Progettazione Impiantistica
ing. Mauro Strada
ing. Gianiuca Calace
ing. Domenico Ballis
ing. Andrea Luperto
ing. Michele Ferrin
ing. Simone Cappelletti
ing. Enrico Babbolin
ing. Maria Teresa Oricoli
ing. Enrico Gastaldon
ing. Riccardo Curci
arch. Pierpaolo Bortolami
arch. Nicola Sannito
arch. Andrea Manganaro
ing. Alessandra Lisiero
ing. Caterina Raggio
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- PINEARQ S.L.U.P.
Progettazione Architettonica
arch. Albert de Pineda Alvarez
arch. Raffaella Scorziello
arch. Paula Pestana Gona1vez
arch. Raùl Garcia Vallejo
arch. Marcial Novo Mazuelos
arch. Marc Gomà Martinez
arch. Roberto Cortés Martin
arch. Lluis Hernandez Porcuna
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- STUDIO MONTANARI & PARTNERS SRL
Progettazione Civile
arch. Antonio Montanari
arch. Gabriele Nizzi
arch. Caterina Divina
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- SM INGEGNERIA SRL
Progettazione Strutturale
ing. Modena Claudio
ing Pertini Alessio
ing Terrini Emanuele
ing Mesaroli Massimiliano
ing Sgaravato Mirko
ing Tecchio Giovanni
ing Rampazzo Silvia
ing Bergo Fabio
ing Lucchin Francesca
ing Xodo Edoardo
ing Ravagnin Daniela
ing Filippi Luca
ing Zenere Marta
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- EXTERNAL REFERENCE ARCHITECTS S.C.P.
Rendering
arch. Massimo Tepedino
arch. José Ignacio Toribio Pérez
arch. Carmelo Zappulla
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- VAMIR GEOLOGIA E AMBIENTE SRL
Studi Ambientali e Geologici
dr. geologo Bellorno Gualtiero
ing. Cecilia Corrao
dr.ssa Maria Assunta Papa
dr. geologo Giacomo Anselmo
dr. geologo Salvatore Vella
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- SANSON & ASSOCIATI SRL
ing Bruno Sanson
ing. Paolo Bettello
ing. Massimiliano Barsi
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